Giornata di Sole!

Finalmente era tornato il sole. Kirin odiava la pioggia, non aspettava altro che una bella giornata per potersi trovare un buon posto dove rilassarsi. E la spiaggia la ispirava, la aiutava a riflettere. Così aveva deciso di passare un po' di tempo a contemplare il mare, seduta sul suo pareo arancione. Faceva abbastanza caldo, ma non si sarebbe mai tolta di dosso i vestiti scuri che indossava; non le andava di spogliarsi in pubblico, si sentiva troppo esposta. Cancellò lo scarabocchio che stava facendo sul suo blocco da disegno, tornando a sospirare, tirando indietro la testa e guardando il cielo privo di nuvole.
Era proprio una bella giornata. Ma, in effetti, si sentiva un po' sola...

Sentendo quella voce inaspettata, Kirin quasi sussultò. Pensava di essere sola in spiaggia, quel giorno. Dopotutto, aveva piovuto da poco. Coprì l'album da disegno, quasi come se si vergognasse di ciò che vi aveva scritto o disegnato, e rispose in automatico.
C-chi, io?
Quando posò lo sguardo sul volto dell'uomo, rimase basita per un attimo. Lo aveva già visto, ne era sicura. Non sapeva perché, ma non le trasmetteva una buona sensazione.
Abbassò gli occhi, finendo casualmente sul fisico asciutto del ragazzo, e arrossì appena, annuendo.
Sì, studio lì. Perché? Sei uno studente?
Non sapendo come porsi nei suoi confronti, si mise sulla difensiva. Era un suo difetto, preferiva aggredire che rimanere indifesa.

Un'altra scuola? Pensò che fosse strano, davvero strano. Eppure non le sembrava che fosse un volto sconosciuto. Ma non riusciva a ricordare dove lo avesse visto.
Rimase qualche secondo in silenzio, fissandolo pensierosa. Quando si accorse di essere rimasta immobile come un'idiota si alzò in piedi di scatto, facendo un leggero inchino verso di lui, titubante.
Piacere, il mio nome è Kirin... Kirin Furude.
Nonostante la sua presenza non la rassicurasse del tutto, si rabbonì a quel tono gentile, e rispose al sorriso nel presentarsi.

L'interesse del ragazzo mise a disagio Kirin, che si chinò subito a riprendere il blocco da disegno per portarselo al petto, coprendo lo schizzo che vi aveva abbozzato.
N-non è niente, solo uno scarabocchio sensa senzo.
Si sentiva violata quando la gente guardava i suoi disegni, e quel ritratto in particolare la imbarazzava alquanto...
Una goccia di sudore le attraversò la tempia, in effetti faceva caldo, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Piuttosto... com'è l'acqua?
Sorrise nervosamente e cambiò argomento, notando dai suoi capelli bagnati che doveva essere appena tornato da un bagno in mare.

Kirin piegò le orecchie all'indietro, e si guardò attorno senza motivo, quasi come se si stesse chiedendo se lo avesse detto proprio a lei.
Mh... davvero? Cioè... va bene. Annuì rapidamente.
Dopotutto non ci vedeva nulla di male, anche lei si stava sentendo un po' sola. Ma non capiva perché volesse mettersi vicino a lei, non pensava di essere di gran compagnia, in fondo.
E poi, il cambiamento di carattere di quel ragazzo l'aveva lasciata un po' stranita. Non si sentiva minacciata, ma non riusciva a non stare sulla difensiva.

Si ritrovò a fissare le onde che si infrangevano sul bagnasciuga, mentre quelle domande la raggiungevano come un velo avvolgente. Voleva che gli parlasse di lei? E cosa doveva dirgli? Non aveva altro che argomenti deprimenti, avrebbe finito per allontanare pure lui da sé...
Beh... non c'è nulla di speciale da dire, sono nata e cresciuta ad Hikari, non ho mai viaggiato. E' da un po' che vivo da sola... e diciamo che non vado molto d'accordo con i miei.
Sorrise amaramente, rannicchiandosi con le ginocchia al petto, e poggiandovi il mento. Il suo sguardo si spostò verso la sabbia sotto di loro.
Tu... hai detto di aver frequentato un'altra scuola. Dove stavi prima?
Chiese, per avviare un po' il discorso. I silenzi la mettevano a disagio.

Un piccolo brivido alla base del collo. "Orfanatrofio" non era mai una bella parola, Kirin sapeva quanto potessero essere orribili luoghi del genere.
Ah... Mi dispiace...
Non sapeva cosa dire.
Sentiva un misto di inquietudine e tristezza stando accanto a Kyoki, a causa della sua odiata empatia - non poteva evitare di "assorbire" i sentimenti altrui, motivo in più per preferire la solitudine, certe volte.
Loro... i tuoi genitori vivono qui? Sai come trovarli?
Andò avanti a tentoni, in qualche modo si sentiva in dovere di saperne di più.