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Sangue Bianco

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view post Posted on 24/11/2010, 17:48

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Kyoki non disse nulla.
Si limitò a guardarla, dopodiché si spostò come per farla passare e abbassò la testa socchiudendo gli occhi.
C'era qualcosa di molto strano in lui.
Una goccia sembrò uscire da un suo occhio e cadere a terra, ma forse era stata solo un impressione di Mitsuki.

Non me la sento di ucciderti. Non chiedermi il perché. Non saprei risponderti.
Disse tenendo lo sguardo basso.
Poi si sedette di nuovo, e piegandosi in avanti buttò a terra il falcetto e appogginado i gomiti sulle gambe si coprì il viso con entrambe le mani.

Sei libera di fare quello che vuoi.
Disse con una voce soffocata e debole.
Nulla non aveva più senso. Le corde tagliate per terra. Il falcietto lanciato da una parte. Il cannibile psicologicamente inerme su quella sedia bianca. La stanza che sembrava sempre più lucente e familiare.
Niente di ciò poteva essere considerato un fatto normale.
 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 18:04




Mitsuki

Ci rimase di sasso.
Non si aspettava quella reazione.
Non pensava sarebbe crollato così!
Le fece quasi effetto.
Vide quella lacrima. Illusione o realtà le fece venire un brivido.
Lo guardò sedersi e crollare su quella sedia.
Rimase pietrificata per un po' poi si mosse lentamente.
Prese il lembo della cannottiera che si era unita alla pelle e la tolse dalla ferita con delicatezza.
Non strappò la crosta che si era formata e non fece uscire nemmeno una goccia di sangue.
Poi si alzò e si avvicinò a lui.
Non sapeva perché lo stava facendo ma si sentiva in dovere di raggiungerlo.
Non voleva abbandonarlo.
Quando gli fu di fronte lo osservò così ricurvo in avanti con il volto tra le mani come un fragile bambino.
Che ti prende Kyoki?
Domandò sfiorandogli con esitazione la testa.
Sapeva che era rischioso quel gesto.
Se lui si arrabbiava di nuovo forse non sarebbe riuscita a sottrarsi alla sua forza con la spalla lievemente ferita.
Ma per qualche strano motivo sentiva che non le avrebbe fatto del male, che non l'avrebbe attaccata.
SI fidò. Strano a dirsi ma si fidò di lui.
Senti... so che non ti conosco e che tu non conosci me... Ma se vuoi parlare io non me ne vado.
 
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view post Posted on 24/11/2010, 18:17

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Kyoki non reagì in alcun modo all'avvicinarsi della ragazza, ne sentendosi sfiorare leggermente i lunghi capelli spettinati.
Si tolse la mani dal viso, riaddrizzò la schiena, e con uno sguardo vago ma celatamente triste guardò un punto nel vuoto della stanza.

Io... sto perfettamente bene. Ma...
Poi voltò lo sguardo debolmente verso la ragazza, aveva gli occhi socchiusi come se cercasse di provare disinteresse verso quello che aveva davanti, come se cercasse di isolare la sua mente fuori dal mondo.
Perché sei ancora qui? La porta è quella, potresti fuggire subito, una persona normale avrebbe scelto quell'azione, una aggressiva invece avrebbe raccolto la mia arma e si sarebbe fatta vendetta...
Ma questo comportamento, invece... Perché?

Kyoki si era accorto che quella non era una persona come le altre, che aveva qualcosa di speciale.
Sentiva che era diversa.
E anche lui era diverso.
Ma esisteva davvero qualcosa che accumunava Mitsuki con quel pazzo psicopatico o era tutta una ferrea e capziosa illusione?
 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 18:33




Mitsuki

Fece scivolare la mano sulla sua testa e rimase a guardarlo.
Immobile come una statua osservò quel ragazzo che doveva essere più grande di lei ma che in quel momento le sembrò fragile come un fiore e solo come un bambino che si è perso in mezzo alla folla.
No. Non se la sentiva di andarsene così.
La sua parte umana glielo impediva.
La mancanza di affetto che il ragazzo sprigionava la colpì con forza.
Si accovacciò di fronte a lui guardandolo in volto.
Non riusciva a raggiungere i suoi occhi perché era parecchio distante da lei.
Non importava.
La sua voce l'avrebbe comunque raggiunto.
Sorrise e parlò con dolcezza.
Una dolcezza autentica, non falsa e simulata come fino a poco prima.
Hai ragione.
Una persona normale avrebbe scelto una delle due opzioni che hai detto.
Missà che non sono normale allora.
Sinceramente non me la sento di andare. Non ora. Non subito.

Era come se il suo corpo si rifutasse di uscire da quel candore.
Che diavolo le prendeva?
Quello era un pluriomicida. Aveva cercato di ucciderla. Aveva cercato di avvelenarla. L'aveva rapita. Ferita. Ma l'aveva anche risparmiata.
Le aveva parlato della sua vita.
Si era aperto un po' a lei.
Non voleva abbandonarlo.
Non come la società aveva fatto con lui, non come i suoi genitori avevano fatto con lei.
Il suo caso era diverso. Fisicamente aveva i genitori, a livello affettivo no.
Non poteva dire di non essersi mai sentita amata o sola completamente.
E non voleva che quella solitudine colpisse in maniera più violenta quel giovane ragazzo.
Si avvicinò di poco.
Si sollevò e arrivò di fronte ai suoi occhi celesti.
Con i suoi occhi color ambra la ragazza tentò di raggiungerlo nella profondità del suo essere.
Io sono qui Kyoki. Non ti abbandono.
Se vuoi parlare o sfogarti... io sono ancora quì.
Non ti chiedo perché mi hai risparmiata. Tu non chiedermi perché non voglio andarmene.
 
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view post Posted on 24/11/2010, 18:45

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Kyoki continuò a guardare nel vuoto con il suo sguardo privo di vita.
Sembrava quasi morto, come se il comportamento dalla ragazza fosse stato qualcosa che mai si sarebbe aspettato, uno di quegli eventi che ti sconvolgono dentro e ti fanno venire miliardi di domande, una specie di crisi interiore di personalità.
Come se una persona vedesse dal vivo un demone, oppure degli alieni, o addirittura babbo natale.
Nei film è una cosa così facile accettare quello che la mente umana ritiene normalmente una cosa impossibile da credere come reale, eppure per lui aver trovato una persona come Mitsuki sembrava qualcosa di impossibile e quindi... irreale.
Una persona che non scappava, che non l'aggrediva, che non lo guardava con disgusto, disprezzo o paura.
Questa era Mitsuki.
Come un babbo natale apparso improvvisamente davanti allo scienziato più intelligente e razionale del pianeta.
Ecco, le due reazioni generarate in questi casi così diversi erano stranamente e nettamente identiche.

Io... non posso vivere se non mangio carne umana.
Rispose Kyoki dopo un lungo silenzio.
 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 18:55




MItsuki

Gli sorrise.
Lui probabilmente non lo avrebbe nemmeno visto quel sorriso ma non le importava.
Era spontaneo. Che senso aveva reprimerlo?
Si alzò del tutto dopo che lui pronunciò quella frase con fatica.
Si allontanò da lui.
Ma non per abbandonarlo, assolutamente.
Voleva solo prendere quella sedia a cui era rimasta bloccata per parecchi minuti.
La sollevò togliendo le corde e la posizionò davanti a quella su cui si era lasciato cadere il ragazzo.
Si sedette.
Non voleva scappare. Non sarebbe scappata.
Quel suo comportamento così tranquillo e naturale, il fatto che si sedesse era una conferma delle parole già pronunciate che non c'era bisogno di rimarcare.
Lo osservò e rimase in silenzio.
Poi con lentezza, cercando le parole disse.
Apriti a me Kyoki. Io sono quà per ascoltarti. Non traggo nessun vantaggio da questa storia. Non uscirò da quì smascherando la tua identità ai quattro venti.
Non ne ho motivo. Ciò che mi dirai, se vorrai dirmelo, se ti sentirai pronto, rimarrà confinato in queste mura e nella mia mente.
Nessun altro ne sarà partecipe.
Scusa per questa precisazione che magari ti sembrerà fuori luiogo, ma ci tenevo a metterlo in chiaro.
Comunque sia... potresti spiegami questa tua ultima frase?

Lo domandò soltanto. Non voleva forzarlo in nessun modo.
Sapeva cosa significava essere costretti a fare qualcosa.

Edited by Yue • - 24/11/2010, 19:14
 
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view post Posted on 24/11/2010, 19:26

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Mitsuki colpì in pieno il bersaglio.
La paura di fare una cosa stupida a lasciarsi andare e parlare con quella ragazza stava bloccando non poco le parole di Kyoki.
Lei avrebbe potuto raccontare a tutti di lui e la sua vita sarebbe finita molto presto.
Ma allo stesso modo, nessuna persona aveva mai trattato Kyoki con tanta comprensione, quindi la fiducia che riversava in Mitsuki sfondò la barriera creata dalla paura senza lasciarne nemmeno una frammento.
Soprattutto dopo quelle parole calde e convincenti di Mitsuki.

Avevo sette anni.
Disse con abbassando lo sguardo sul pavimento, come se cercasse di ricordare dei pensieri che aveva nascosto per troppo tempo.
Mio padre, l'ex-sindaco di Hikari, era una persona molto dura e fredda, e mi fece crescere senza affetto e senza amici.
Mia madre era morta durante il parto, quindi lui aveva il totale controllo e responsabilità della mia crescita.
Per lui c'era solo lo studio e il lavoro, non c'era altro, e io non dovevo avere altro.
Un giorno però, conobbi una bambina della mia stessa età che veniva ogni tanto nella mia zona di studio, Amai.
Era la figlia di una delle domestiche che pulivano la villa di mio padre e, anche se sembra assurdo, in poco tempo diventammo amici e io mi innamorai follemente di lei.
Un giorno però... successe una cosa brutta... molto brutta.
Vidi mio padre colpire con uno schiaffo Amai perché aveva accidentalmente rotto un vaso.
Da quel giorno... niente fu più lo stesso.

 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 19:44




Mitsuki

Assimilò ogni parola con attenzione cercando di comprenderle fino in fondo.
Il tono di voce con cui Kyoki le parlava rendeva tutta la sua sofferenza, anzi no, una parte di essa.
Quel ragazzo non aveva avuto affetto.
Nessun tipo di affetto nella vita.
La madre era morta dandolo alla luce ed è risaputo che per un bambino la madre è la figura più importante.
Il padre era un emerito stronzo detto in parole spicciole. Un tiranno.
L'ex sindaco di Hikari... Il che equivaleva al padre del sindaco attuale. Di quel Gyoku.
Ciò comportava la parentela di sangue tra Gyouku e Kyoki... Qualcosa non le tornava.
Perché non aveva mai sentito parlare di Kyoki da sua madre? Eppure era una pettegola così ben informata.
Addirittura l'esistenza del ragazzo era stata nascosta...
E quando finalmente aveva trovato l'amore il padre aveva smosso l'ira del piccolo che vedeva ferire davanti ai suoi occhi la persona che amava.
L'unica persona che gli aveva dimostrato affetto e che era diventata così importante per lui.
Sarebbe potuta sembrare una reazione esagerata quella che Kyoki aveva avuto di fronte a quello schiffo, ma per un bambino di appena sette anni che finalmente scopriva cosa era l'affetto forse non era poi così strana.
Si sentì raggelare il sangue nelle vene e rimase in silenzio. Gli occhi spalancati lievemente su di lui.
Pietrificata.
Quel ragazzo non era una persona cattiva.
C'era diventata a causa del padre.
Che ingiustizia.
Si mosse.
Istinto direi.
Si alzò di scatto e protendendo le braccia in avanti abbracciò il ragazzo e lo strinse a sé serrando gli occhi.
Si sentì invadere dalla tristezza, da una sorta di pietà che però non era di connotazione negativa.
Quel ragazzo aveva passato un'infazia molto peggiore della sua.
La cosa la sconvolse.
Non pianse. Aveva smesso di piangere da un bel pezzo.
Aveva capito che le lacrime non servivano a niente.
Poi non voleva farlo sentire, come dire, commiserato. Non era quello che lei provava.
Lo strinse forte a sé e gli sussurrò con dolcezza.
Mi dispiace Kyoki per quello che ti è successo. Mi dispiace davvero. La vita è stata così ingiusta con te...
Il resto della storia per ora non voleva sentirlo.
Voleva solo fargli sentire che lei c'era e lo capiva.
Quando era arrivata a provare quasi affetto per il ragazzo meglio conosciuto con il nome di Blue Bleeding Butcher?
Quando era passata dal giocare con la sua mente per salvarsi la vita a voler sinceramente aiutare quel ragazzo dai capelli azzurri?
Quando?
E come era riuscita a far sì che lui si fidasse di lei a tal punto da aprirsi totalmenteP?
Non riusciva a spiegarselo.
 
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view post Posted on 24/11/2010, 20:45

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Un abbraccio.
Cos'era un abbraccio?
Kyoki non ne aveva mai ricevuto uno, quindi il gesto lo confuse non poco.
Si tirò fortemente indietro, sfuggendo spaventato dalle braccia di Mitsuki e cadendo addirittura per terra.

Emh... scusa...
Disse con un filo di voce, guardando Mitsuki con imbarazzo.
La mia storia, è appena all'inizio...
C'era dell'altro?
Evidentemente sì. Kyoki si aggiustò ma rimase seduto per terra, e iniziò a disegnare dei piccolo cerchietti con le dita sul freddo pavimento.

Quello schiaffo diretto alla mia amica non mi fece rimanere immobile e impassibile, al contrario...
Per la vera prima volta provai odio per un essere umano. Mio padre.
Mi scagliai contro di lui, inferocito come un cane selvatico affamato, e morsi con violenza la sua mano strappando un grande lembo di carne, che accidentalmente ingoiai.
Tutto ciò è assurdo, lo so, ed è ancor più assurdo che non ricordo quasi niente di quello che successe dopo.

Il movimento del dita sul pavimento aumentò sempre di più, fino a fermarsi improvvisamente.
Poi Kyoki alzò lo sguardo.

Mio padre è un ottimo violinista, sai? Forse il migliore di tutta Hikari...
Io invece, anche se da piccolo ho provato spesso a suonare quel difficile strumento, non l'ho mai saputo realmente utilizzare fino a quando... non morsi mio padre.

Si alzò in piedi e si portò una mano sulla fronte come in segno di vergogna.
Degli scienziati iniziarono ad affermare che sono affetto da una strana malattia, o meglio, è un gene particolare, che mi permette di imparare istantaneamente qualche capacità straordinaria di una persona mangiando le sue carni.
Inutile dire che da quel giorno mio padre non mi considerò più un figlio ma per lui e tutti gli scienziati che lavoravano per quell'uomo diventai... una cavia.
Sì. Una cavia.
Mi rinchiusero per anni nei loro laboratori.
Edifici segreti utilizzati dagli uomini di mio padre per fare i peggiori esperimenti militari di questo mondo.
Mi iniziarono a nutrire obbligatoriamente di carne umana per vedere se assorbivo capacità di quelle persone uccise per "il bene della scienza".
L'unica cosa che scoprirono è che devo mangiare carne fresca o almeno ben conservata.
Rimasi rinchiuso in quella maledetta prigione fino al mio diciottesimo compleanno.
E ora...
sono qui.

 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 20:59




Mitsuki

Quando lui la respinse non se lo aspettava.
Si era mossa talmente d'istinto che non aveva pensato alla sua possibile reazione.
Fortunatamente si riprese appena in tempo per ritirarsi su.
Si risedette sulla sedia rimanendo in silenzio e ferma.
Non avrebbe più fatto alcun movimento.
Non voleva ripetere l'errore di poco prima.
Quindi la sua storia non era finita.
Lo sguardardo basso su di lui.
SUl volto una maschera di tranquillità sebbene l'interesse e l'indignazione infiammassero il suo essere.
Assimilazione delle capacità di un altro essere. Esperimenti. Cavia. Scienziati psicopatici.
Prigionia. Erano fin troppe le informazioni che Mitsuki stava ricevendo.
In silenzio riflettè su quello che diceva.
Non solo gli avevano negato l'affetto, ma lo avevano anche chiuso in un laboratorio.
In nome della scienza...
Come no. In nome del profitto più che altro.
Cosa avevano in mente quegli uomini?
Creare l'essere perfetto? Oppure l'arma perfetta?
Non lo sapeva e la disgustava scoprirlo.
La mente umana era veramente qualcosa di perversamente insano e contorto.
Non disse niente. Lo sguardo trattenuto a sé come una calamita dal bianco della stanza.
Solo una domanda le frullava per la testa ed ad essa cercava disperatamente una risposta.
"Perché lo avevano liberato solamente al suo diciottesimo compleanno?" e soprattutto "Lo avevano lberato oppure era scappato?"
Tali domande rimasero solo un pensiero mentre le labbra si muovevano impercettibili per andare a formare parole che non uscirono da quelle labbra morbide.
 
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view post Posted on 24/11/2010, 21:14

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Kyoki vide la ragazza dispiaciuta per la spinta che le aveva dato per liberarsi, ma lui aveva agito puramente d'istinto.
Sì insomma, due azioni d'istinto una dopo l'altra.

Ho passato anni a nutrirmi di carne umana e solo di carne umana, e adesso è diventata una droga per me, capisci?
Qualsiasi altro cibo mi procura un irrefrenabile senso di nausea e disgusto che inevitabilmente mi fa vomitare.

Dunque stavano così le cose.
Kyoki si alimentava solo e esclusivamente di carne umana, ma nemmeno molta considerato che era magro come uno scheletro, e non riusciva a nutrirsi in nessun altro modo, tutto a causa dell'organismo sviluppatosi in modo da sopportare solo e unicamente quel genere di alimento.
Insomma, chi era il vero mostro?
Lui o gli scienziati che lo avevano reso il folle psicopatico cannibale attuale?
 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 21:22




Mitsuki

Sollevò lo sguardo su di lei rimanendo a sedere.
Incrociò il suo sguardo.
Trovò solo sincerità durante la sua indagine negli occhi di lui.
Era giunto il tempo per lei di togliersi alcune curiosità.
Posso farti alcune domande?
Domandai tranquilla. Un lieve sorriso sulle labbra.
Gli scienziati lo avevano fatto mutare a quel modo non l'affetto mancato giusto?
Quindi lui mangiava carne umana perché il suo organismo poteva solo sopportare quella?
Ci aveva provato sul serio a tornare come prima o la carne umana ormai gli piaceva a tal punto?
 
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view post Posted on 24/11/2010, 21:29

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Kyoki tornò a fare cerchietti sul pavimento.
Aveva un aspetto molto tenero e indifeso, con tutti quei lunghi capelli blu spettinati che lo facevano sembrare un gattino bagnato, eppure era un freddo e pericolosissimo predatore continuamente in cerca di "cibo".

Puoi chiedermi tutto quello che vuoi... Mitsuki...
Era la prima volta che Kyoki chiamò la ragazza con il suo nome.
E forse era anche la prima volta dopo tanti anni che si rivolgeva a qualche essere umano senza chiamarlo "Signore", "Padrone", "Cibo" ma semplicemente con il suo nome di battesimo.
Decisamente fu per lui una strana sensazione.
 
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Yue •
view post Posted on 24/11/2010, 21:33




Mitsuki

L'aveva chiamata per nome.
Era solo la seconda volta che lo pronunciava, e la prima che non fosse solo il ripetere ciò che lei aveva appena detto.
Le fece tenerezza sia per il tono di voce che per quel suo aspetto così indifeso.
Lo spietato assassino le sembrava scomparso.
Ruotò lievemente gli occhi pensando a quale potesse essere la sua prima domanda.
Parti da quella più ovvia.
Come sei riuscito ad andartene da qeull'inferno? Sei scappato o ti hanno liberato? Se ti hanno liberato perché solo quando hai compiuto diciotto anni?
Okay, la sua non si poteva definire solo "un'unica domanda".
 
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view post Posted on 24/11/2010, 21:44

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Sul volto di Kyoki si incise dopo molto tempo un sorriso, come se fosse appena riaffiorato un ricordo di una soddisfazione personale.
Fuggì.
In realtà tentai molte volte la fuga, ho decisamente perso il conto, ma ogni volta succedeva qualcosa che mi impediva di raggiungere il mio scopo finale.
Inoltre spesso facevo numerose sedute di elettroshock che indebolivano non poco il mio fisico e la mia forza.
Un giorno però, durante una di quei soliti trattamenti elettrici un dottore si dimenticò di allacciarmi bene una polsiera e, in modo estremamente coincidenziale, andò via la luce in tutta la città, non so il motivo, in ogni caso non stetti molto a perdere tempo nel chiedermi come mai era accaduto ciò ma decisi di prendere la palla al balzo.
Azzannai la gola del dottore davanti a me strappando tutto con un enorme morso, e uccisi tutti gli altri scienziati senza troppi problemi.
Loro erano tanti, è vero, ma non erano niente in confronto al mostro in cui mi avevano trasformato.

Continuò a ridere, sembrava ricordare uno dei giorni più belli della sua vita, sembrava quasi avere le lacrime agli occhi alla commozione.
 
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60 replies since 20/11/2010, 21:08   268 views
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