Naono Bohra
Naono Bohra (o Boura) è un’autrice attiva da una quindicina d’anni e decisamente prolifica; è considerata la pioniera dello yaoi fantasy, ma il suo repertorio copre praticamente qualsiasi sottogenere. La sua produzione yaoi consiste soprattutto in storie brevi e doujinshi originali (realizzate insieme all’assistente Wataru Naomi, per il Circolo NAIFU), a cui si affiancano quattro serie di un volume e diverse doujinshi su manga shounen (Naruto, Initial D e Eyeshield 21), pubblicate sotto il nome “Naono Bokera”.
E’ suo anche lo shoujo fantasy Tamago No Hi (due volumi, in corso), la cui pubblicazione in Italia è stata da poco annunciata.
Nell’infinito repertorio di situazioni e personaggi è possibile individuare quattro “filoni” principali; le office stories, l’universo dei mostri, le storie dei samurai e Three Wolves Mountain.
Appartengono alle office stories (ambientate cioè in uffici) le oneshot Hohoemi no nichijou e Koibito wo kaikata; i capitoli di Harem Days; il “ceppo”, più recente, composto da Zaiaku no hada no ue ni e Renai Tsuu, e le rispettive doujinshi.
L’universo fantasy popolato dai mostri è un vero e proprio mondo (con creature e regole proprie) che fa da sfondo alle prime doujinshi dell’autrice (la serie “Mori”) e alla più recente Yurusareta Uta. In questo universo si consuma lo scontro fra umani e mostri, che vede puntualmente vincitori i primi e nemici assoggettati i secondi.
Il filone dei Samurai comprende, oltre alle due storie “regolari” pubblicate sul volume Hoshigari na kimi Fututuka na Boku, una serie di doujinshi (su un’altra coppia di samurai) che nel 2008 sono state ristampate in Collection (Yoru to Asa).
L’ultimo gruppo, infine, è il meno omogeneo; si tratta della serie Three Wolves Mountain, a cui mi pare però importante associare le due storie brevi Yuuwaku Sentiment (volume omonimo), che vedono coinvolto – in una sorta di universo alternativo – uno dei personaggi secondari di Three Wolves Mountain.
In aggiunta a questi filoni principali, il repertorio spazia dai personaggi mutilati alle storie horror-macabre della prima produzione dell’autrice; dal mondo degli host (Koi no dorei, Ai no fukushu) a quello dei modelli (Mogura to taiyou, Boku dake no kimi, kimi dake no boku); dagli dei della morte agli adolescenti. Angst e ironia si mescolano sempre in dosi differenti, ma il lieto fine è garantito.
Le tavole sono piene di retini, scritte e onomatopee, e a questa ricchezza si oppone, in piacevole contrasto, la semplicità con cui i corpi e i visi sono disegnati. Il modo (particolarissimo) di distribuire le ombre dona una plasticità che, nelle scene di nudo, si traduce in una vera e propria “sensazione della carne”; i fisici sono chiaroscurati, mai statuari, mai piatti.
I personaggi sono realistici e caratterizzati così bene che è possibile riconoscerli anche estrapolandoli dalle storie a cui appartengono. La cura dei dettagli si spinge all’abbigliamento, alle espressioni, al modo di posizionare le braccia e così via. Altrettanto ben particolareggiati sono gli ambienti (esterni ed interni) in cui le trame si snodano; con pochi mobili, magari una pianta, l’autrice riesce a rendere una stanza realistica, originale e al tempo stesso immediatamente riconoscibile.
Ecco a voi una serie di one-shot:
Angel's Confession
Aisarete mo Inai
Confession
Elettricità
Gentle Warmth
I Don't Wanna Hold On You
Iku Michi Yobu Tsuki
Mogura to Taiyou
Reason For Desire
Motte Meisubeshi
Renai Tsuu
Sin is Above Skin Level
Yurusareta Uta