In fuga dal bon ton., (per Nhyk)

Mitsuki

La brezza leggera che accarezzava la pelle di Mitsuki, il cinguettio degli uccelli nella vegetazione, i piccoli rumori del sottobosco, il crepitio delle foglie sotto i suoi piedi. La natura. Il sio elemento.
Quel giorno, scappando da sua madre, Mitsuki si ritrovò a correre verso la montagna nei pressi della città.
Quella donna era uscita di senno a parere della figlia. Con la scusa di un'innimente festa alla quale avrebbero partecipato tutti i personaggi importanti della società, aveva avuto la brillante idea di insegnarle il galateo. Il galateo. A Mitsuki. A quella donna il brandy aveva fuso il cervello.
Ormai lontana dalle grinfie di quella pazza la ragazza poteva finalmente godersi la tranquillità dei boschi e magari fare anche un po' di esercizio.
Una volta giunta nei pressi di un fiumiciattolo si arrampicò su un albero osservando il bosco dall'alto.
Tutto deserto a eccezione degli animali. Il paradiso lontano dall'inferno di casa Fuhyo.

Edited by Yue • - 11/11/2010, 21:51

Mitsuki

Sentendo un rumore di passi Mitsuki si accuattò tra le foglie nascondendo la sua presenza.
Il timore più grande che aveva era quello che i passi provenissero da sua madre, cosa alquanto impossibile visto che quella donna non si sarebbe mai mossa dalla sua reggia coccolata come era dalle domestiche.
Menomale che doveva più sopportarla per poco.
Mentre rimuginava su quella piacevole prospettiva scrutò il ragazzo apparso sulla sponda del fiume.
Uno di quei signorotti tutti attaccati al denaro e alle belle apparenze. Cosa ci faceva in un posto del genere?
Non che le importasse veramente.
Rimase in silenzio a osservare quell'individuo così strano in quell'ambiente.

Mitsuki

Rimase ad osservare quella figura così particolare in un contesto così diverso.
Protetta dalle foglie non si preoccupò di essere vista, il ramo era abbastanza grande ed alto da coprirla dal basso e le foglie facevano il resto del lavoro.
Osservò quel ragazzo giocare con i sassolini, un gioco da bambini in pratica.
Quando lo vide iniziare a spogliarsi decise che era il momento di levare le tende.
Non le interessava particolarmente fare la parte di una pervertita spiona.
Cercando un modo per andarsene indisturbata vide uno scorcio tra i rami e decise di prendere quella direzione. Iniziando l'avanzata per andarsene finì senza accorgersene in un punto non coperto dalla vegetazione.
Il colore fin troppo vivo dei suoi capelli fece il resto.
Beccata.
Sbuffò leggermente seccata, la sua ritirata strategica era fallita miseramente. Inutile nascondersi.
Saltò giù dall'albero atterrando morbidamente sul terreno. Fissò negli occhi il ragazzo.
Mitsuki, e tu chi saresti? Non mi sembri tipo da boschi. constatai con tranquillità.

Mitsuki

Appoggiandosi alla corteccia dell'albero incrociò le braccia sul petto e sorrise. Una sottospecie di ghignetto più che un sorriso.
Fece finta di pensarci ripetendosi quel nome a fior di labbra.
Gyoku... Gyoku... Gyoku...
Conosceva fin troppo bene quel nome.
Sua madre le aveva rotto l'anima nell'elogiarlo per i suoi meriti e per la sua bellezza anche se ovviamente trovava più affascinanti il suo denaro e la sua carica.
A parere della ragazza sua madre aveva strani gusti in ogni caso in fatto di uomini.
Mmm il tuo nome dovrebbe dirmi qualcosa? domandò posandosi il dito indice sulle labbra come se cercasse di ricordare.

Mitsuki

Snob e cafone. Voilà la descrizione perfetta che avrebbe riportato Mitsuki a sua madre appena quest'ultima l'avesse acciuffata.
Pericoloso? Il bosco? Il piccolo sindaco non conosce mia madre. Quella è pericolosa altro che storie. disse convinta.
Inoltre nel bosco lei c'era cresciuta, figuriamoci se poteva spaventarla o arrivare a farle del male.
Lei amava la natura e aveva imparato a rispettarla in ogni suo aspetto a differenza di suo padre che per soldi avrebbe raso al suolo tutta la montagna.
Si accovacciò a terra all'ombra delle fronde dell'albero che le aveva dato riparo poco prima.
Cos'è quest'ultima domanda? Sembra quasi che "l'illustre" sindaco sia un maniaco. risi beffarda marcando la parola "illustre" con un pungente filo di ironia.
No, quel posto non era proprio l'ambiente congeniale a quel tipo di persone.

Mitsuki

Tirandosi su si avvicinò al presuntuoso principino.
Piazzò il piede destro su una roccia che sporgeva dalla riva del fiume e chinandosi in avanti piantò i suoi occhi color ambra in quelli del ragazzo.
Mia madre è una gran rottura. E' una delle donne più importanti e più attaccate alle feste e al denaro di tutta la città. La Signora Fuhyo. Presumo che tu la conosca mio caro sindaco. Mi ha parlato molto di te elogiandoti come se fossi un diamante raro. Bah, che strani gusti che ha quella donna. sorrise tranquilla.
Non le faceva la benchè minima paura.
Conosceva molte dicerie sul suo conto ma non per questo avrebbe permesso ad un uomo di metterla in soggezione. Mai nella vita.
Infine, tranquilla come una pasqua sebbene leggermente sugli attenti come le era di abitudine stare chiese:
Cosa ti fa credere che io abbia paura di te?

Mitsuki

Gli mostrò un braccio con sfacciataggine e tranquillità.
Ti sembra che io stia tremando? Vedi qualche movimento? Se sì io ti consiglio una controllatina agli occhi. Il sindaco per quanto giovane sia inizia a perdere colpi.
Comunque sì, hai capito perfettamente chi sia la mia famiglia.
Non che andasse fiera della sua famiglia. Tutt'altro. L'unico membro a cui era affezionata era suo fratello. Gli altri erano solo ipocriti soggiogati alla sete di potere e al denaro.
Rimase per un momento in silenzio. Una famiglia normale sarebbe stato troppo da chiedere o era lei la pecora nera?
Poco importava.
Continuando a guardare quel Gyoku negli occhi aggiunse:
Io ho il coraggio per fare qualsiasi cosa mio caro sindaco. Solo non vedo l'utilità di fare un bagno proprio adesso.
Fece spallucce.

Mitsuki

Ascoltò le parole di Gyoku con attenzione rimanendo all'erta. Quel tono e quella frase la facevano dubitare. Restando all'erta continuò a seguire con lo sguardo quel ragazzi.
Solo una qualità gli poteva attribuire, il fisico era ben formato.
Improvvisamente qualcosa le diede una spinta alle spalle e il suo equilibrio già precario venne meno. Cadde in avanti. L'unica cosa che potè fare, facendo appello ai suoi riflessi fu quello di proteggersi nella caduta e di atterrare seduta dando un colpo con il bacino per non cadere dritta di faccia.
Fi così che Mitsuki si ritrovò bagnata dalla testa ai piedi (capelli esclusi per il momento), seduta nell'acqua appoggiata sulle braccia protese all'indietro.
Che bastardo. disse prima di voltarsi verso la piccola carogna.
Sei pessimo, ricorri a dei trucchetti proprio squallidi.
Nella voce una punta di aciità.
Non sopportava questi sotterfugi da quattro soldi.
Inutile che provasse a negare,
era evidente che era stato lui.