Sangue Bianco

Mitsuki

Non seppe mai quanto tempo rimase incosciente ma seppe fin troppo bene quando si svegliò.
Qualcosa di ghiacciato le arrivò all'improvviso sul volto.
Spalancò gli occhi e annaspò lievemente per la sorpresa.
Respirò a fondo fissando ad occhi spalancati il vuoto.
Bianco.
Tutto bianco.
Sembrava quandi avesse nevicato.
Alzando lentamente la testa incontrò gli occhi del ragazzo.
Fece per muoversi ma si accorse di essere stata bloccata a una sedia.
Dove siamo?
Furono le prime due parole che disse.
Gelide e precise.

Mitsuki

Lo devo interpretare come un onore?
Domandò mantenendo una maschera di perfetta tranquillità.
Era inutile farsi prendere dal panico e perdere completamente la testa.
Si rilassò.
Studiò quella stanza così ehm... scintillante.
Ricordava vagamente una camera di isolamento per psicopatici o una sala chirurgica completamente sterile.
Si bagnò le labbra e deglutendo riumidificò la bocca per poter parlare in maniera più chiara.
Sentì i piccoli fori causati dagli aghi pulsare leggermente.
Le corde sfiorarle la pelle e fare pressione contro i vestiti.
La vista perfetta di nuovo.
Il corpo era tornato completamente sotto il suo controllo.

Mitsuki

Rovesciando la testa all'indietro iniziò a ridere con forza.
Il famigerato cannibale?
Davvero non era solo una leggenda da film horror?
Non si sà come quell'eveniennza la faceva ridere.
Alle volte Mitsuki era veramente strana in effetti.
Il suo pancino, quel ragazza pensava alla sua salute.
Assurdo, estremamente assurdo.
Calmandosi un pochetto riprese a stento il suo controllo.
Con un sorriso sornione disse divertita:
Il tuo povero pancino ti farà male lo stesso tesoro. Sono moooooolto indigesta!
L'eventualità di essere mangiata le sembrava così assurda.
Quasi quanto quando da piccoli i genitori si inventavano le scuse più assurde per spiegare i molteplici interrogativi dei figli.

Mitsuki

Sorrise divertita.
Il mordace assassino faceva vedere i suoi lati deboli?
Certo non doveva essere la prassi che una delle sue vittime si mettesse addirittura a ridere.
Urla, pianti, lacrime, suppliche... no, niente di tutto questo gli avrebbe dato Mitsuki.
La giovane ragazza si era stufata di farsi mettere i piedi in testa.
Non era né giornata né il periodo adatto per scherzare.
L'incontro con il sindaco Gyoku le aveva rovinato una giornata, questo tizio che così tanto gli assomigliava non avrebbe fatto lo stesso.
L'obbiettivo dei due ragazzi era diverso ma il mezzo lo stesso.
Mitsuki non sarebbe stata associata ad un giocattolo un altra volta.
Continuò a sorridere ampiamente guardandolo avanzare.
Era la personificazione della tranquillità.
Sembrava che stesse guardando un film comico invece che interpretare il ruolo da protagonista in un film horror.
Non disse niente ma continuò a sorridere.
Non c'era niente di più distruttivo per la mente umana che un atteggiamento simile.

Mitsuki

Sorrise divertita.
Quel dolore lì nemmeno lo sentiva.
Il dolore fisico non la toccava più.
Mmm e il tuo pancino?
Non ne risentirà se mangerai ehm... "carne avariata"?
Domandò sorniona.
Girò lentamente la testa verso la sua parte con tranquillità.
Il capo era completamente libero.
Si protese nella sua direzione e ridendo lievemente gli sussurò all'orecchio.
Mmm e tu come sei? Buono?
Domandò poco prima di passare la punta della ligua sul suo orecchio e morderglielo.
Chissà che effetto faceva al felice cannibale assagiare la sua stessa medicina?
Strinse i denti sulla cartilagine dell'orecchio del ragazzo un altro po'.

Mitsuki

Gli leccò l'orecchio e poi si staccò con un sorriso.
Lo guardò negli occhi leccandosi poi le labbra.
Non parlò.
Negli occhi una scintilla di pazzia.
Che quel ragazzo avesse trovato la maniera di far uscire di senno Mitsuki?
Naaa, non era possibile. O forse si?
Ostentando tranquillità sebbene la pressione sul collo gli sorrise affabile senza distogliere gli occhi da quelli di lui.
Il suo sguardo non avrebbe sortito alcun effetto sul ragazzo oppure avrebbe fatto crollare la psicologia già fragile del giovane?

Mitsuki

Rimase tranquilla, il più possibile impassibile.
Aveva fatto breccia nella mente del ragazzo.
Se mollava ora non avrebbe più avuto possibilitù di scampo.
Stai tranquillo.
Disse con voce molto dolce, quasi come quando una madre rassicura il proprio bambino che lei ci sarà sempre per lui.
Sorrise con la stessa dolcezza.
Gli occhi tranquilli che fingevano amore materno per il ragazzo.
Sono una semplice ragazza. Mi chiamo Mitsuki e frequento la Nekozawa. Sei molto giovane, forse vieni a scuola anche tu in quell'accademia.
Sorrise ancora per farlo tranquillizzare.
Non ti farò del male tranquillo... tu invece chi sei?
Cercò di coinvolgerlo in una discussione in modo che il "piccolo cannibale" si calmasse.
Sembrava averlo quasi in pugno.
C'era ancora un po' di pressione psicologica che però Mitsuki doveva fare.
Con calma, per gradi.